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Si intitola ‘Verso la ricostruzione della Valle del Santerno – Lo stato dell’arte e il patto per la ricostruzione’ il documento di 12 pagine redatto unitamente dai quattro municipi della collina per rendicontare l’evoluzione del quadro nella zona dopo il devastante impatto della calamità naturale dello scorso maggio. Ma anche per focalizzare quella direttrice che porta alla messa in campo di azioni concrete di ripristino per restituire dignità ad un territorio ferito ed alla sua popolazione: il Patto di ricostruzione condiviso della vallata.

Lo scritto raccoglie le richieste di privati cittadini, imprenditori, agricoltori e commercianti emerse durante la ricca programmazione di incontri sviluppata in chiave partecipativa dagli amministratori nelle lunghe settimane di criticità. Una prima sintesi restitutiva, a cui farà seguito un report più corposo, di quanto fatto nell’immediato e delle necessità evidenziate negli incontri pubblici dalla comunità.

I numeri dei movimenti franosi sulle pendici del circondario imolese sono spaventosi con 190 frane censite (Borgo Tossignano 42, Casalfiumanese 44, Castel del Rio 60 e Fontanelice 44) alle quali aggiungere le numerose segnalazioni di smottamenti che insistono su aree private ed i rilevamenti registrati da foto aeree.

Il primo capitolo del documento è incentrato sulle attività svolte durante l’emergenza con la creazione di un coordinamento univoco dei quattro singoli COC, presso la sede comunale di Borgo Tossignano, al ritmo di due sedute giornaliere. Una stanza dei bottoni dalla quale sono state innescate varie attività assistenziali alla popolazione di carattere sanitario e sociale: dalla ricognizione delle persone evacuate (544 in totale) e isolate (152 nuclei monitorati) all’allestimento della loro ospitalità passando per la raccolta ed il coordinamento delle donazioni e la disponibilità di volontari. Una rete di dati messi in rete con Regione, Prefettura e Città Metropolitana fino alla raccolta di quelle pratiche CAS (196 domande) e CIS (54 richieste) compilate anche grazie all’ausilio di uno sportello di aiuto in loco. Un filone che guarda con preoccupazione all’arrivo del prossimo inverno laddove permangono condizioni protratte di sfollamenti e potenziali quadri a rischio di nuove evacuazioni.

La ricognizione e mappatura delle frane, inoltre, è sfociata nella predisposizione di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) per avviare il processo di censimento in parallelo con i dati relativi alla viabilità interrotta e agli evacuati. Il compromesso mosaico viario della collina, infatti, continua a generare disagi all’interno di comunità composte in gran parte da imprenditori in ambito agricolo e strutture ricettive. Professionalità e competenze fortemente limitate, per non dire azzerate, dai danneggiamenti subiti. Ma pure il servizio ordinario di gestione del trasporto scolastico che, in prospettiva della partenza del nuovo anno didattico, necessita di intercettare quante più risorse aggiuntive possibili per rivedere i mezzi e le corse adattandole a tutte le interruzioni presenti.

Le stime dei danni già comunicate alla Regione Emilia-Romagna per la Struttura Commissariale parlano chiaro: 49 milioni di euro totali (Castel del Rio 24mln, Casalfiumanese 12mln, Borgo Tossignano 8mln e Fontanelice 5mln). Altisonanti anche gli importi impiegati per gli interventi di somma urgenza tramite debiti fuori bilancio fatti dagli enti, e ad oggi ancora non rimborsati dallo Stato, che superano il milione di euro complessivo (Casalfiumanese 375mila, Castel del Rio 313mila, Fontanelice 300mila e Borgo Tossignano 70mila).

La seconda parte del documento, frutto del dialogo tra istituzioni, enti, associazioni, attori del territorio, sindacati e cittadini, raggruppa l’insieme delle priorità per pianificare la ripartenza della Valle del Santerno in modo collettivo.

Dal capitolo viabilità, elemento vincolante per scacciare lo spettro dello spopolamento della montagna e tutelare l’imprenditoria locale, emerge il bisogno di programmare interventi per sostenere il transito dei mezzi pesanti nella rete di collegamenti principali e secondari. Un tassello fondamentale unitamente alla gestione delle emergenze e delle urgenze viabili. Tra queste spicca la revisione dei bypass temporanei realizzati che, nelle attuali condizioni, difficilmente sosterranno l’impatto del traffico invernale. Occorre, quindi, un cronoprogramma che va dall’individuazione delle priorità alla copertura finanziaria con annesso sostegno alle strutture comunali per l’iter di progettazione e appalto dei lavori. A maggior ragione in una collina imolese contraddistinta dalla presenza di strategici collegamenti di pertinenza provinciale (SP610, SP21, SP34, SP33, SP15).

I Comuni chiedono poi la garanzia di una rapida copertura per gli anticipi fuori bilancio già effettuati in modo tale da riequilibrare i provati bilanci ed evitare anomalie letali per le casse degli enti. Una mano tesa straordinaria in grado di comprendere anche, in termini di personale, la collaborazione di figure professionali competenti per sviluppare le attività legate alla ricostruzione. Un passaggio fondamentale soprattutto in proiezione di quel ripristino della viabilità che prevede l’avvio, in tempi brevi, di un gran numero di appalti.

Via libera poi alle richieste settore per settore. Sul fronte dei privati, oltre al vincolo del tempestivo rientro nelle proprie dimore dei cittadini ancora sfollati, spiccano la necessità di un sostegno economico alla popolazione colpita dagli eventi alluvionali e franosi, il piano di ricostruzione per le strade vicinali/private e l’aiuto concreto giuridico amministrativo per la gestione in forma unitaria delle richieste dei privati. In ambito agricolo, comparto che ha subito danni di proporzioni eccezionali, serve una legge speciale con annessi mirati stanziamenti e la semplificazione di procedure e modulistica per la segnalazione delle frane in ambito rurale con tempestiva erogazione di contributi. Ma anche il coinvolgimento innovativo del tessuto agricolo nella tutela del territorio individuando azioni dirette quali la manutenzione dei rii e delle banchine. Sul versante produttivo spazio al chiarimento definitivo delle modalità di segnalazione dei danni subiti e delle procedure di accesso ai contributi economici previsti con seguente elargizione dei fondi stanziati. Aspetto essenziale per ogni tipologia di azienda: dalle piccole imprese a servizio del territorio a quelle con difficoltà nell’interazione con fornitori e clienti per l’aggravio o l’impossibilità di movimentare mezzi pesanti se non a fronte di dispendiose deviazioni. Senza dimenticare agriturismi e attività ricettive che animano un turismo lento basato su sentieri e percorsi ciclabili che vanno ripristinati. Necessaria anche la valorizzazione del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Per il riavvio dell’operatività del territorio, il report indica come prioritari gli interventi al contrasto dei dissesti idrogeologici, i lavori sulla rete acquedottistica e il ripristino di invasi. La vallata chiede, infine, la redazione di norme e operazioni condivise di gestione dei rii nonché interventi di messa in sicurezza degli alvei fluviali.

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Ultimo aggiornamento: 18-12-2023, 14:55